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LA MAFIA IN POLESINE

La mafia in Veneto esiste e noi non lo sappiamo. Oppure, più semplicemente, ci spaventa ammetterlo. E’ questa la conclusione a cui siamo pervenuti a seguito di una profonda ricerca che ci ha coinvolto come gruppo scout. Abbiamo iniziato quello che noi chiamiamo “capitolo” (un’unità tematica scelta di anno in anno su cui sviluppare un progetto che preveda il coinvolgimento della cittadinanza), focalizzandoci su come la mafia sia nata, si sia sviluppata ed infine diffusa nel nostro territorio. 

Documentandoci sia tramite strumenti personali come libri o fonti multimediali ma anche collaborando con membri di associazioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata come Libera, abbiamo appreso che la mafia è radicata anche in Veneto. Non aspettatevi scene teatrali alla “Gomorra”, qui la mafia ha tutto un altro volto ed opera sottobanco. Ad esempio, agisce in modo invasivo nell’ambito agroalimentare: nel 2015 milioni di litri di vino sono stati sequestrati nelle provincie di Verona, Treviso, Venezia; questi venivano falsamente venduti come vini di alta qualità. Oppure ricicla grandi quantità di denaro, proventi di attività illegali, investendoli per conquistare nuovi mercati ed incrociandosi con imprenditori in cerca di aiuto, facili guadagni o acquirenti in grado di rilevare la loro attività.

Ristringendo il focus sul nostro territorio, e dunque sulla provincia di Rovigo, sono stati evidenziati dei soggetti vicini alla mafia nell’edilizia e nel campo delle energie rinnovabili. Per quanto riguarda invece la penetrazione mafiosa in ambito agrario, secondo un rapporto realizzato dall’ Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil sulle agromafie e sul caporalato, il business del lavoro irregolare nel settore agricolo vale 4,8 miliardi, con 1,8 di evasione contributiva, e Rovigo è la terza provincia per intensità di attività delle agromafie. Si pensi che solo nel 2016, tra Maggio e Settembre, nelle campagne polesane erano stati trovati 52 lavoratori in nero (principalmente marocchini, pakistani e italiani). 

Tuttavia è nel “Gaming” che si registrano maggiormente infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nella nostra città. I dati da noi rilevati grazie alla cooperazione con l’Azienda Sanitaria ULSS 5, in particolare tramite i Servizi per le Dipendenze, registrano infatti un numero molto elevato di cittadini assuefatti dal gioco d’azzardo, resoconto importante che testimonia le grandi entrate mafiose a cui questi pazienti contribuiscono (spesso inconsapevolmente). Il gioco di scommesse rappresenta il 14% del fatturato criminale ed è anche un buon modo per riciclare soldi, contattando coloro che hanno riscattato una grossa vincita e proponendo di scambiarla con somme più alte di denaro appunto sporco.

Per verificare quanto i cittadini fossero a conoscenza di queste informazioni, abbiamo ideato dei questionari proposti loro successivamente. I dati ricavati sono riportati di seguito.

I grafici rilevano che la conoscenza riguardante l’attività mafiosa è eterogenea, anche se possiamo dire che riguardo determinati fenomeni c’è grande disinformazione. Addirittura il 16% dei cittadini interpellati non ha mai sentito parlare di mafia in Polesine. E’ importante diffondere la consapevolezza che la mafia non è un fenomeno limitato al solo Meridione o a determinate zone del nostro Paese: è presente in mezzo a noi, lavora per mezzo di noi.

E’ questo il messaggio che noi, Clan Sirio, vogliamo lasciare: apriamo gli occhi affinché la mafia smetta di impossessarsi delle nostre vite, prima che diventi un fenomeno senza più la possibilità di essere controllato, né da noi, né dal nostro Stato. Insomma, prima di trovarci anche noi, veramente, in uno scenario alla “Gomorra”.

Qui di seguito potete vedere le foto scattate il 20 Maggio 2018 in occasione della giornata da noi organizzata per mostrare alla cittadinanza i dati relativi alla presenza della mafia in Veneto ed in Polesine pervenuti dalle nostre ricerche. L'esposizione di questa analisi è avvenuta tramite l'installazione di alcune costruzioni da noi realizzate e montate successivamente in Piazza Vittorio Emanuele e nel Corso del Popolo, a Rovigo. Inoltre, è stato in questo momento che abbiamo proposto ai cittadini i sondaggi nell'articolo presentati.

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